giovedì 3 dicembre 2009

libro cartaceo versus libro digitale?

Pensando ai libri di studio, ai saggi e ai manuali, ritengo di averne sempre fatto un uso “embrionalmente” multimediale (prestando molta attenzione alle immagini) e ipertestuale (ho sempre dato molta importanza e attenzione alle note, ai sommari e agli indici tematici ed analitici). In più io stessa mi sono sempre costruita dei link materiali (tipo elenchi di parole il cui significato andavo a ricercare altrove: enciclopedie e altri testi), dei rimandi, degli schemi. È superfluo osservare come queste funzioni possano essere più semplicemente svolte con dei click, non tanto da chi come me ha ancora bisogno dell’appropriazione fisica del testo, ma dalle nuove generazioni. In questi giorni, a mo’ di sperimentazione, facendo un po’ violenza su me stessa, sto cercando di non stampare le pagine di dispense che devo studiare. Faccio fatica, mi dà fastidio persino il ronzio emesso a tratti dal computer (sta girando qualcosa, si sta raffreddando boh!) e mi bruciano gli occhi, ma devo constatare il vantaggio di avere a portata di click quasi ogni cosa (una traduzione, una definizione, un approfondimento…).
Il rapporto di amore che ho con l’oggetto libro è testimoniato dalla mia intera piccola casa che è arredata intorno a librerie ospitate in ogni nicchia e interstizio, ma ahimè mi rendo conto pulendole che sono sempre più solo ricettacolo di polvere. Un tempo aprivo l’enciclopedia o l’atlante per dubbi e curiosità quasi giornalmente, ora… lo faccio solo se non ho voglia di salire le scale per accedere al sottotetto dove tengo il pc. In questi giorni circola in tv una pubblicità molto carina sulla tv on demand: intere librerie che ospitano dvd si svuotano, si smontano e si riducono a un piccolo decoder. L’immagine che mi è balenata alla mente vedendola è che potrebbe tranquillamente accadere così per le mie librerie e per quelle che a scuola ospitano sussidiari e libri dei bambini.
Adesso si parla molto di e-book reader e mentre lo facciamo la tecnologia fa passi da gigante. Da un semplice lettore di pdf in b/n, siamo arrivati a pagine doppie a colori, che si sfogliano come un libro e che si aprono a servizi come VoiP e collegamenti (il costo si aggira sui 100 dollari o poco più).Quale sarà il ruolo del testo di carta e quello del lettore digitale? Si tratta di una reale opposizione di ruoli tra carta e digitale?Allo stato attuale delle cose non penso si possa parlare di opposizione tra libro e e-book , ma di integrazione (diverso potrà essere il discorso tra anni, quando la tecnologia avrà battuto strade che al momento sembrano fantascienza e sarà diventata trasparente). Vedo molto utile l’utilizzo di supporti digitali per testi scientifici, di saggistica e di studio. Io di contro farei molta fatica a leggere testi di narrativa o di poesia su un pc, di certo non maneggevole come un libro (a meno che non si parli di Guerra e Pace). Certo anche qui la tecnologia può offrire numerosi vantaggi: leggere la Divina Commedia o i Promessi Sposi in formato digitale, con link esplicativi, possibilità di collegamenti, di approfondimenti anche cooperativi sarebbe utile a fini didattici e culturali. Penso però che a volte si abbia anche il bisogno di una lettura raccolta, non mediata da troppi artifici (anche il libro lo è, ma forse è più discreto), per meditare o per fruire semplicemente di un’opera d’arte (per fare un parallelo con la pittura a volte è umanamente bello perdersi in un dipinto senza sentire la necessità di avere un sottofondo musicale durante la contemplazione o di sapere cosa rappresenta in realtà, in che anno è stato realizzato, cosa ne pensano altri: tutte cose che la tecnologia digitale potrebbe facilmente offrirci).
Un’altra considerazione che vorrei fare a proposito è che se la tecnologia fa passi da gigante, ciò che esce oggi nuovo, domani sarà già obsoleto. L’adeguare il sistema di informazione e culturale al solo standard digitale rischierebbe di tagliare fuori settori della società, scuola compresa, che non possono tenere il passo, per motivi economici, con le nuove tecnologie. È vero che la società dei consumi vive di questo continuo turn over , ma bisognerà pure trovare un equilibrio.

2 commenti:

  1. "Io di contro farei molta fatica a leggere testi di narrativa o di poesia su un pc..."
    Anch'io Luisa, perchè il libro, credo almeno per tutti noi digital immigrant, ha e avrà sempre una sua poesia!

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  2. È buffo, io amo i libri perché mi consentono di isolarmi con l'autore che sento come un fratello maggiore che mi narra una storia, magari nell'intimità di un cono di luce alla sera. E salto tutte le presentazioni e le note ed ogni altra cosa che sento come interferenza in questo silenzioso dialogo, fra colui che mi narra la storia ed io che inevitabilmente pongo domande.

    Certo, spesso qualcosa non capisco, o intendo fischi per fiaschi ma non importa, preferisco l'incanto, poi forse capirò più in là, o forse mai, fa niente ...

    Internet è a sua volta magica, ma non per farsi raccontar storie bensì per cercare notizie, spunti, riferimenti, amici e forse anche fratelli ...

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